
Ciao, un piccolo help sul nuovo libro "Life in Music":



I brani contenuti in questa antologia, potrebbero essere studiati quindi utilizzando semplicemente la linea melodica e le sigle degli accordi, cercando poi di ottenere il risultato completo attraverso quelle tecniche di pianismo moderno oramai utilizzate dalla maggior parte dei musicisti professionisti (tecniche che nelle mie pubblicazioni didattiche ho denominato “melodie con accompagnamento simultaneo in parti late) .
Sono altresì consapevole del fatto che molti lettori, troverebbero più semplice la lettura di una trascrizione completa (simile quindi alla versione discografica).
E’ per questo motivo che ho deciso di trascrivere I brani in versione di pianoforte completo (partitura classica).
E’ però importante notare che i brani concepiti come ho sopra descritto, vivono di una caratteristica comune a tutta la musica popolare ovvero, sono soggetti ad una trasformazione/elaborazione nel tempo, che determina una difficoltà oggettiva nella trascrizione “fedele” e quindi immutabile, della esecuzione stessa.
Nei miei concerti infatti mi diverto ad elaborare, modificare, improvvisare, per esempio, alcuni momenti dei brani senza ovviamente trasformarne la struttura melodico-armonica. Ecco dunque che il lettore, comparando la trascrizione con l’eventuale ascolto del brano registrato, potrà trovare delle piccole differenze che non comporteranno però alcuna modifica strutturale del brano stesso.
Il mio consiglio quindi, rivolto specialmente ai musicisti classici, è quello di studiare il brano nella trascrizione completa e successivamente provare a reinterpretarlo in una versione “moderna” ovvero melodia e accordi siglati, con l’utilizzo della tecnica sopracitata, per poter liberare la propria
fantasia e creatività ottenendo contemporaneamente un risultato personalizzato del brano stesso. """
______________________________________________________________________
L'ascolto "discografico" del brano originale, rimane comunque il modo più semplice ed immediato per fugare ogni dubbio.
I brani seguenti, potrete ascoltarli direttamente dai relativi video su You Tube (cliccare sul nome):
01) Impressions:
03) Wings
04) Hope
Mentre invece per i prossimi brani, vi consiglio l'ascolto della registrazione originale:
cliccando sul nome sarete trasportati su ITunes ed avrete la possibilità di ascoltare una preview di 30 secondi o di acquistare il brano intero per 0,99 centesimi.
01) Life in Music (dal EP Piano, Pianissimo)
02) Sweet Memories (dal EP Piano, Pianissimo)
03) Images (dal EP Step by Step)
04) Odyssey (Piano version) (dal EP Odyssey)
05) Little child (Piano version) (dal EP Hopes And Emotions, part 1)
06) Let's Save The Earth (dal EP Let's Save The Earth)
Alla prossima e...buona musica







"....possiamo quindi affermare che siamo oramai di fronte ad una materia che
in questi anni si è conquistata una propria dimensione storico/culturale, al
pari delle altre forme musicali e che non può più essere considerata musica
“leggera” come molti ancora si ostinano a definirla.
Sono assolutamente consapevole che a questo punto l’allievo si domanderà
come sia possibile mettere in pratica tutto ciò che abbiamo analizzato fino
ad ora, non avendo delle vere e proprie regole da rispettare ma solo dei
consigli.
Ebbene tutto ciò sarà possibile e non solo, diventerà bensì un lavoro
affascinante, solo se l’allievo riuscirà a “manipolare” il materiale armonico
(il pacchetto armonico) fidando nella propria sensibilità, disinibendosi da
precedenti regole acquisite, sperimentando con il proprio orecchio e
utilizzando il proprio background musicale.
Vale la pena ricordare che la quasi totalità dei più grandi e famosi
compositori pop-rock (John Lennon, Paul Mc Cartney, Elton John, Peter
Gabriel, Phil Collins, Stevie Wonder, Eric Clapton e tanti altri) non hanno mai
utilizzato alcuna regola di armonia, non avendo mai studiato questa materia
da un punto di vista didattico tradizionale.....
Il brano Wings, è contenuto nel EP Piano, Pianissimo, in vendita su Itunes
Alla prossima

""L’accordo, svincolato dalle sue radici tonali, diventa un vero e
proprio “Pacchetto Armonico”, che può essere utilizzato in qualsiasi
ambito tonale, salvo il fatto di doverlo gestire al meglio per quanto
riguarda la sonorità (ovvero il rivolto ideale, parte lata o parte stretta
che sia, e la migliore posizione vicina nel contesto in cui viene a
trovarsi).
Sarà sufficiente quindi, collegarlo con l’accordo che lo precede e con
l’accordo che lo seguirà, tenendo conto dell’unica regola o
limitazione che consiglio ovvero la presenza di almeno una nota
comune agli altri accordi.
Ecco che in questo modo si vengono a formare dei semplici “anelli
armonici” che produrranno delle innovative progressioni molto
spesso “atonali”, mai eccessivamente dissonanti (poiché il materiale
di base sarà sempre l’accordo, cosi come noi lo abbiamo conosciuto
ed imparato a costruire, in ambito tonale) e sicuramente innovative:
in tutto questo, non rischieremo di allontanarci dal contesto sonoro
della nostra musica “popolare”.
(estratto da La Favola della Moderna Armonia, ed. Carisch Milano, pag. 26)

Ma che cielo c'è questa notte?! Un vaso gigante di vetro lavanda tramato di glicine e tortora opalescente stupore dell'universo. Nessun suono vibrato nell'aria. Solo indistinto rumore di fondo. Respiro piano a bocca aperta ed è l'unico vento che sento. Fiuto il tempo che passa senza contarlo.
Mi riposo i perché.
Anche gli alberi si prendono un po' di quiete stanno buoni ben pettinati prima di mettersi a nanna.
Io però non andrei mai a dormire. Come se mi perdessi qualcosa. Quasi che succedesse di più quando è notte che non nella lunga durata del giorno. E mi gratto indolente la schiena puntando lo sguardo sul gomito.
Come un mirinospostandolo a destra e a sinistra giù in basso e poi su.
Un collega d'insonnia, un gabbiano plana immobile e vago sopra un mare di tetti.
Forse ha fatto più tardi forse è l'ultima corsa come quella di un taxi che svanisce in un soffio al contrario. Non c'è buio stanotte.
Neanche un'ombra o una tenebra a increspare la pelle a inventare paure. Il soffitto si è aperto in un largo astronomico come quello del cinematografo di tanti anni fa tra il primo e il secondo tempo. Tutto appare più chiaro del nero. Moonligth Serenade.
Si lo so che è la luna a far questo ma io resto girato così e non la guardo.
Provo un pallido caldo sul collo e mi piace tenerla alle spalle come un seguipersona puntato sul mondo.
Stamattina mi sono alzato con un pensiero fisso: spegnere con l'interruttore gli apparecchi di casa, quelli lasciati per ore, giorni, mesi con la lucetta rossa dello stand by. Che spreco dicevo a denti serrati. Se tutti smorzassimo almeno queste spie del benessere chissà che risparmio... Rispondevo a me stesso: forse non tanto ciascuno, però tutti insieme... Abbiamo più telecomandi che amici.
Allora è vero che i telecomandi si vedono nel momento del bisogno!
Mi ricordo come se fosse ora quando il primo di questi arnesi fece il suo trionfale ingresso in casa dei miei ch'era pure la mia. Un affare argentato grande come una scatola di biscotti legato al televisore con un cavo ombelicale arrotolato su sé così che non si riuscì mai a domarlo e restò sempre a coda di porco. Al centro un tasto uno solo con su scritto Acceso (di sopra) Spento (di sotto).
Se arrivava qualcuno un parente un amico mio padre si sedeva in poltrona afferrava misterioso l'oggetto misterioso anche lui e via: accendi e spegni più volte davanti allo sguardo sorpreso e ammirato degli ospiti.
Così quella diavoleria tecnologica prese il potere su di noi e il sopravvento sugli altri congegni precedenti al suo avvento.
Finirono nel dimenticatoio delle attenzioni il carrello ultramoderno lo stabilizzatore di corrente la lampada verde per non farsi male alla vista una piccola antenna aggiunta che nessuno seppe mai se servisse davvero. Il telekommander aveva vinto.
La prima vittima fu il maschio capofamiglia. Sentivo che era il 'coso venuto dal negozio' a tenere in pugno papà. E non viceversa. In una lingua algoritmica di onde quadrate incomprensibili non udibili dall'orecchio umano, il telecomando diceva ghignando: que-sto-te-lo-co-man-do-io. A mia madre quando fu abilitata all'uso: te-la-co-man-do-pu-re-le-i. A tutti e tre noi: io-li-te-li-co-man-do. Da allora cominciò e non è mai cessata L'Invasione dei Telecomandi.
E la nuova costellazione di lucine rosse verdi gialle azzurrine per casa.
Ma stanotte è una notte speciale. C'è un che di impalpabile trasparente magia come se avessi potuto con un solo pulsante spegnere tutto e lasciarmi accesi soltanto gli occhi. La mia unica luce è la luna. Mi giro e mi allatta lo sguardo.
Una luna così mica càpita spesso. Dentro il cerchio ci passano baci, abbracci infiniti d'innamorati, cime brune e tempestose di abeti, altalene di ghirlande di fiori, carrozze volanti.
Com'è tonda, perfetta. Un disco lanciato per battere il record galattico, per il sogno più lungo mai fatto. Per un attimo smetto di respirare. E mi tengo tutto ciò che si può dentro il vuoto di me.
Cosa voglio di più? Ho la luna piena e l'anima ubriaca.
(Claudio Baglioni)....................
Bellissima, no other wordsW

Ciao, sto facendo una prova di tecnologia.
Tutto ciò che sto dicendo in questo momento viene trascritto dal mio computer in tempo reale e questa cosa mi sembra assolutamente fantastica.
Ma finiremo di scrivere anche al computer e dimenticheremo quindi completamente come si fa a scrivere sia a mano che su una tastiera?
Io credo che si debba utilizzare la tecnologia in maniera intelligente; ho sempre pensato infatti che sia molto bello scrivere a mano su un foglio e poi portare ciò che abbiamo scritto, direttamente sulla tastiera di un computer.
In questo caso noi possiamo fare una cosa ancora più interessante: possiamo cioè saltare la parte intermedia di questa evoluzione tecnologica; mi spiego meglio: credo sia bellissimo scrivere su un foglio, su un taccuino, su una moleskine, su qualsiasi cosa sulla quale noi possiamo scrivere attraverso la nostra penna, la nostra matita, la nostra biro e poi a quel punto possiamo saltare completamente la parte di digitazione sul computer e parlare al computer il quale avrà il compito di tradurre poi ciò che noi abbiamo letto!
Mi sembra un uso, diciamo così, intelligente di tutta la tecnologia, senza dover abbandonare la parte più umana della comunicazione ovvero la scrittura su un foglio del nostro pensiero.
Tutto qui: devo dire che mi sto divertendo e sto risparmiando molto tempo, anche se, grazie al mio lavoro di pianista, sono avvantaggiato nella digitazione su una tastiera.
Alla prossima (... adesso vado a rileggere per controllare gli eventuali errori :-)
Con l'occasione vi ricordo la prima puntata di Life In Music, che andrà on line in diretta, Domenica 10 aprile alle ore 21,30