venerdì 3 dicembre 2010

A proposito de "La Favola Della Moderna Armonia"


....e delle cose che ho scritto nel libro, mi viene in mente una domanda che mi fece una persona che aveva seguito con interesse una delle mie presentazioni:
- mi scusi maestro, ma perchè nel libro ha indicato gli accordi in italiano e non nella notazione oramai utilizzata ovvero quella anglosassone, A-, C# Bb, ecc?

In quel momento le ho risposto solamente "perchè sono italiano, ed il libro è scritto in italiano per gli italiani, semplicemente...."

Ripensando poi a quella domanda, mi sono venute in mente mille altre risposte che avrei potuto e che avrei voluto dare a quella persona, anche se in quel contesto, sarebbe stato impossibile.

Avrei voluto dirle " che ne sa lei, di come sono nate queste sigle, di come i musicisti degli anni 5o/60 (ad esempio mio padre e mio fratello) , vissero in maniera abbastanza traumatica l'avvento delle stesse, al posto della tradizionale e complicata notazione musicale completa sul pentagramma; che ne sa lei di come queste sigle si sono evolute nella forma. Lei sa che una volta il DO 7+ veniva indicato come DO 7 bequadro, oppure il RE 7+ veniva addirittura indicato come RE7#?
Tutto ciò accadeva, pur con delle incongruenze e delle ingenuità che erano ovvie e naturali, perchè questa materia nasceva in quel momento e, guarda caso, senza regole :-)

Altra cosa molto buffa: oggi si scrive A7 ma poi si dice "La settima", oppure si scrive "C# maj 7" ma poi si dice DO diesis settima più: buffo vero?

Allora fra "noi italiani" tanto vale utilizzare la notazione tradizionale visto che la nostra lingua è utilizzata in tutto il mondo, nella musica classica, per indicare interpretazioni tipo "Andante, Rallentando, Accelerando, Fortissimo" ecc. ecc.

Tutto questo solo per far sapere a chi nemmeno immaginava...

Alla prossima

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hi there,

Thanks for sharing this link - but unfortunately it seems to be down? Does anybody here at waltersavelli.blogspot.com have a mirror or another source?


Thanks,
Charlie